Ferrara utopica
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“ /u·to·pì·a/ ” Contribute for the zine produced by Collettivo Järfälla
January, 2019 / Ferrara, IT
Ferrara utopica
Collage and short essay for a zineL’Utopia è la condizione esistenziale contemporanea.
Almeno per noi, l’Utopia è ciò che ci spinge ogni giorno a portare avanti la nostra ricerca.
A creare dei disegni o dei lavori. A vederli nascere nella nostra mente, realizzarli manualmente o digitalmente e pensarli per strada.
Ad immaginare nuovi spazi nella città attraverso i nostri interventi.
A creare degli spunti di riflessione sull’architettura moderna e contemporanea, ma anche sullo spazio urbano in generale.
Sulle sue coerenze e sulle sue contraddizioni.
In realtà l’Utopia è il motore di tutto.
Siamo partiti dall’etimologia della parola utopia, intesa come un non (οὐ) luogo (τóπος) e abbiamo immaginato un edificio, un luogo che non esiste nella realtà, ma che esiste nell’inconscio: esso porta in sè forme di un immaginario comune riconoscibile.
Non si tratta di un’utopia che riguarda il futuro, ma di un’utopia di un presente che guarda al passato, in cui si immagina la convivenza di architetture lontane nello spazio e nel tempo.
La convivenza dei due oggetti architettonici si basa su principi di continuità delle geometrie: la superfetazione dell’antico si attua in una prosecuzione delle volumetrie di pietra all’interno dei prismi vetrati.
L’isola di Thomas More, questa volta vista attraverso i nostri occhi, è fatta di pietra, acciaio e vetro: cinta di mura antiche, essa si specchia su di una piazza che forse è anche un mare.
E se Mies Van de Rohe avesse davvero progettato il Seagram su uno delle torri del castello Estense di Ferrara?
E se davvero Ferrara fosse stata New York 500 anni fa?
Un’immagine, una provocazione, un’Utopia.
© Collettivo Järfälla